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BIG GAME - CACCIA AL PRESIDENTE
BIG GAME - CACCIA AL PRESIDENTE

110 min

Genere: Avventura, Azione

Lingua: Italiano

Regia: Jalmari Helander

Con: Samuel L. Jackson, Onni Tommila, Ted Levine, Victor Garber, Felicity Huffman, Ray Stevenson, Mehmet Kurtulus, Jim Broadbent

l Presidente degli Stati Uniti è in volo verso la Finlandia per un pre-vertice del G8 quando l'Air Force One viene fatto oggetto di un attentato. Un gruppo terroristico lancia da terra dei missili che colpiscono l'aereo e i caccia che lo scortano. Il Capo della Sicurezza costringe il Presidente ad entrare in una capsula di salvataggio che viene espulsa prima che il velivolo precipiti atterrando in una foresta, Qui viene trovata dal tredicenne Oskari che sta vivendo il suo rito iniziatico da cacciatore armato di arco e frecce. I due dovranno far fronte a un diverso tipo di caccia in cui interpretano il ruolo di prede anche se Oskari non dimentica la sua missione.
Se in Air Force One Harrison Ford, Presidente Usa, poteva permettersi di intimare ai terroristi "Get out of my plane!" ora e il Comandante in Capo degli States ad essere catapultato fuori dal suo velivolo. I tempi cambiano.
Big Game è un film con due anime e ciò costituisce al contempo la sua forza e la sua debolezza. C'è un'anima finlandese rappresentata dal regista Jalmari Helande, da chi con lui ha steso il soggetto (Perri Jokiranta) e dal giovanissimo co-protagonista Onni Tommila e c'è un anima americana rappresentata dalla Altitude Film Entertainment e da un copioso numero di attori con a capo Samuel L. Jackson. Questo fa sì che finché le due anime si equilibrano Big Game si presenti come un interessante esperimento, sia sul piano produttivo che su quello della narrazione. Perché l'iniziale confronto tra i due mondi (il finlandese decisamente attaccato alla terra e l'americano librato nei cieli) si rivela produttivo nella lettura che fa di due modalità estremamente distanti di concezione della vita. Lo stesso accade nell'avvio della relazione forzata tra l'adolescente finlandese e il non giovanissimo presidente americano all'interno di uno spazio naturale con cui entrambi devono relazionarsi.
I problemi si presentano man mano che la narrazione procede dando sempre più spazio all'intreccio terroristico-complottista. Lì non solo si rafforza il versante legato all'azione (come è giusto che sia) ma si potrebbe dire che si trasforma la cifra stilistica di una sceneggiatura che fino a quel punto era riuscita a controllare gli elementi stereotipi di genere made in Usa che ora finiscono con l'espandersi a tutto schermo. Con tutte le sensazioni di deja-vu prevedibili.

110 min

Genere: Avventura, Azione

Lingua: Italiano

Regia: Jalmari Helander

Con: Samuel L. Jackson, Onni Tommila, Ted Levine, Victor Garber, Felicity Huffman,...

l Presidente degli Stati Uniti è in volo verso la Finlandia per un pre-vertice del G8 quando l'Air Force One viene fatto oggetto di un attentato. Un gruppo terroristico lancia da terra dei missili che colpiscono l'aereo e i caccia che lo scortano. Il Capo della Sicurezza costringe il Presidente ad entrare in una capsula di salvataggio che viene espulsa prima che il velivolo precipiti atterrando in una foresta, Qui viene trovata dal tredicenne Oskari che sta vivendo il suo rito iniziatico da cacciatore armato di arco e frecce. I due dovranno far fronte a un diverso tipo di caccia in cui interpretano il ruolo di prede anche se Oskari non dimentica la sua missione.
Se in Air Force One Harrison Ford, Presidente Usa, poteva permettersi di intimare ai terroristi "Get out of my plane!" ora e il Comandante in Capo degli States ad essere catapultato fuori dal suo velivolo. I tempi cambiano.
Big Game è un film con due anime e ciò costituisce al contempo la sua forza e la sua debolezza. C'è un'anima finlandese rappresentata dal regista Jalmari Helande, da chi con lui ha steso il soggetto (Perri Jokiranta) e dal giovanissimo co-protagonista Onni Tommila e c'è un anima americana rappresentata dalla Altitude Film Entertainment e da un copioso numero di attori con a capo Samuel L. Jackson. Questo fa sì che finché le due anime si equilibrano Big Game si presenti come un interessante esperimento, sia sul piano produttivo che su quello della narrazione. Perché l'iniziale confronto tra i due mondi (il finlandese decisamente attaccato alla terra e l'americano librato nei cieli) si rivela produttivo nella lettura che fa di due modalità estremamente distanti di concezione della vita. Lo stesso accade nell'avvio della relazione forzata tra l'adolescente finlandese e il non giovanissimo presidente americano all'interno di uno spazio naturale con cui entrambi devono relazionarsi.
I problemi si presentano man mano che la narrazione procede dando sempre più spazio all'intreccio terroristico-complottista. Lì non solo si rafforza il versante legato all'azione (come è giusto che sia) ma si potrebbe dire che si trasforma la cifra stilistica di una sceneggiatura che fino a quel punto era riuscita a controllare gli elementi stereotipi di genere made in Usa che ora finiscono con l'espandersi a tutto schermo. Con tutte le sensazioni di deja-vu prevedibili.
Non ci sono spettacoli legati a questo evento.
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